“I figli sono come spugne: assorbono ciò che si dice, come si dice e tutta l’ energia di chi gli sta intorno. Un bambino ha bisogno più di un buon ascolto che di una buona parola”.
Cos’ è il “senso di colpa” ammesso che sia possibile definirlo in poche righe ?
Il senso di colpa è una emozione che permette di contenere le pulsioni distruttive e di prendere coscienza della sofferenza dell’ altro.
Identificato in questo modo può avere sfumature costruttive perché mette in guardia qualora si stiano oltrepassando i limiti, costringe ad una messa in discussione e ad un’ assunzione di responsabilità.
Tuttavia può succedere che la colpa non sia collegata ad un atto specifico, ma nasca da un senso di malessere non compreso e non chiaro, può cioè scaturire da scenari più profondi della nostra interiorità, trasformandosi in un’ angoscia legata alla convinzione di essere inadeguati, inferiori, incapaci di essere amati ed apprezzati.
Questo quando succede ?
I sensi di colpa si apprendono sin da piccoli; alcuni genitori li usano per educare i figli, pensando che siano funzionali a farsi ubbidire, altri li trasmettono inconsapevolmente; in entrambi i casi, non sanno cosa si sta costruendo nel mondo del bambino.
Il senso di colpa che viene imparato fin dall’ infanzia , viene assorbito a causa di un’ infinità di frasi che il bambino si sente ripetere.
Alcuni esempi:
“dovresti vergognarti per quello che hai fatto”,
“tu non sai i sacrifici che ho fatto per te”,
“mi fai venire un esaurimento”,
“il tuo comportamento mi ha fatto imbarazzare”.
E’ molto facile far sentire un bambino in colpa, perché si sente assolutamente dipendente dai genitori.
Frasi taglienti, apparentemente innocue, creano mostruosi sensi di colpa, malessere e senso di inadeguatezza ed hanno il potere di trasformare da grande il figlio in un “ADULTO-BAMBINO” che a sua volta metterà in atto la stessa relazione con suo figlio (transgenerazionale).
Purtroppo questo atteggiamento viene proiettato anche in altri contesti, come ad esempio nel rapporto con i colleghi, con amici o ancora peggio nei confronti degli alunni.
“Crescere” vuol dire anche liberarsi dai condizionamenti e dalla paura di infrangere imposizioni e regole, adottando un comportamento rispettoso verso il gruppo ma senza rinunciare a sé.
“Crescere” vuol dire comprendere profondamente che è la propria madre o il proprio padre ad attivare una manipolazione e che non è il figlio ad avere torto.
Come fare per contrastare i sensi di colpa, quando questi interferiscono pesantemente con la nostra vita quotidiana? Conoscere se stessi, guardarsi dentro a livello introspettivo dando un senso ed un significato alle nostre azioni, è lo strumento più adatto per affrontare i sensi di colpa, i quali hanno origine nell’ infanzia e condannano a scontare una pena nel quotidiano in età adulta, una pena fatta di mortificazioni inutili ed autoinflitte. E’ importante individuarne la fonte, far pace con il proprio passato, liberandosi così di fardelli pesanti che forse non riguardano più quelli che siamo o che facciamo, ma solo quello che siamo stati o che abbiamo vissuto. E’ necessario quindi differenziarsi dall’ immagine dei propri genitori, non dobbiamo mai dipendere dai giudizi e dalle opinioni delle altre persone, perché chi fa dipendere se stesso dall’ umore e dalle decisioni degli altri non è altro che uno schiavo del XXI° secolo.
“Fiducia in se stessi” non significa essere i migliori ma accettare le proprie debolezze, cercando di migliorarle, ma ricordandoci che in noi alberga sempre qualcosa di speciale che ci rende unici ed apprezzabili.
E’ per questo che impariamo a PERDONARE, oltre che ad accettare noi stessi, perché non ha nessun senso tormentarsi con i sensi di colpa che non portano mai niente di positivo, ma annullano la propria autostima.
Per raggiungere la serenità non dobbiamo pensare di modificare gli atteggiamenti degli altri, è sufficiente lavorare sulle nostre reazioni di fronte ad essi.
Concludo sottolineando come “I sensi di colpa provocano forti angosce, e sui bambini producono un effetto paralizzante”.